VitaminaB12 in gravidanza: effetti benefici sulla madre ed il nascituro. Studio randomizzato in dopp
L’integrazione con Vitamina B-12 in gravidanza ed allattamento provoca un aumento dei livelli ematici di B-12 nella madre, nel neonato e nel latte materno. Uno studio randomizzato in doppio cieco, placebo-controllato.
The Journal of Nutrition Community and International Nutrition
Christopher Duggan,3,6,11 Krishnamachari Srinivasan,4 Tinku Thomas,5 Tinu Samuel,3 Ramya Rajendran,4 Sumithra Muthayya,3 Julia L. Finkelstein,9 Ammu Lukose,4 Wafaie Fawzi,6,7 Lindsay H. Allen,10 Ronald J. Bosch,8 and Anura V. Kurpad 3
Divisions of 3 Nutrition, 4 Mental Health and Neurosciences, and 5 Epidemiology, Biostatistics and Population Health of St. John’s Research Institute, Bangalore, India; Departments of 6 Nutrition, 7 Global Health and Population, and 8 Biostatistics, Harvard School of Public Health, Boston, MA; 9 Division of Nutritional Sciences, Cornell University, Ithaca, NY; 10USDA Agricultural Research Service Western Human Nutrition Research Center, Davis, CA; and 11 Division of Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition, Boston Children’s Hospital and Harvard Medical School, Boston, MA.
Donne in gravidanza residenti in aree che scarseggiano di risorse alimentari sono facilmente esposte al rischio di carenza di micronutrienti, allo stesso modo anche le donne che seguono una alimentazione con ridotto apporto di cibi animali, sembrano essere maggiormente esposte al rischio di carenza di vitamina B-12 (1-6).
La vitamina B-12 agisce come cofattore nella conversione dell’omocisteina in metionina, così come nella formazione di succinil-CoA a partire dalla L-MetilMalonil-CoA. La carenza di vitamina B-12 causa anemia macrocitica, disfunzioni neurologiche, alterazioni biochimiche dovute all’accumulo di alcuni marker metabolici come l’acido metilmalonico (MMA) che causa acidemia metilmalonica e l’omocisteina totale (tHcy) causante iperomocisteinemia. In particolare, l’iperomocisteinemia è stata correlata ad un aumentato rischio di diversi fattori come il ritardo nello sviluppo intrauterino (IUGR), neonati di basso peso (LBW), ipertensione gravidanza-indotta, difetti del tubo neurale, nascita pretermine (7-9).
Oggetto di questo studio randomizzato in doppio cieco, placebo controllato condotto su donne di età ≥ 18 anni nel periodo gestazionale precedente alla 14° settimana, è stato quello di valutare l’influenza di una integrazione orale di Vitamina B-12 sui livelli ematici di questa Vitamina nella madre, nel neonato e nel latte materno.
Le donne sono state casualmente suddivise in due gruppi: un gruppo (n=183) ha assunto una dose orale quotidiana di 50 μg di vitamina B-12, l’altro gruppo (n=183) un placebo. Il periodo di somministrazione è andato dall’arruolamento sino alla 6° settimana postpartum. Ogni donna è stata sottoposta ad un follow-up clinico mensile fino alla 32° settimana di gravidanza, poi ogni 2 settimane fino alla 36° settimana, quindi ogni settimana sino al parto.
Le analisi ematiche hanno previsto: prelievo di 10 ml di sangue e misurazione dei livelli ematici di B-12 tramite elettrochemiluminescenza (Elecsys 2010; Roche Diagnostics); misurazione dei livelli di Omocisteina totale (tHcy) e Acidometilmalonico (MMA) tramite Gascromatografia accoppiata a spettrometria di Massa (GC-MS) (model 3800; Varian).
La figura mostra gli effetti della integrazione con vitamina B-12 su alcuni parametri ematici.
Rispetto al placebo, le donne sottoposte a trattamento orale con Vitamina B-12 hanno mostrato:
•Un significativo aumento di B-12 plasmatica nel secondo trimestre [valore medio 216 pmol/L (n = 119) vs. 112 pmol/L (n = 119), P < 0.001].
•Un significativo aumento di B-12 plasmatica nel terzo trimestre [valore medio 184 pmol/L (n = 102) vs. 105 pmol/L (n = 102), P < 0.001].
•Non si sono osservate considerevoli differenze nei livelli ematici di MMA e tHcy durante i tre trimestri.
In tabella è riportata la concentrazione di Vitamina B-12 nel latte materno.
Nelle 68 madri sottoposte a trattamento con B-12 fino alla 6° settimana dopo il parto, la concentrazione di B-12 è risultata superiore rispetto a quella delle 73 non trattate, mentre i valori di B-12 nel latte materno dal 3° al 6° mese dopo il parto non sono così differenti nei due gruppi.
La figura invece mostra i livelli plasmatici di Vitamina B-12, MMA e tHcy per un sottoinsieme di neonati alla 6° settimana.
Se paragonati ai neonati le cui madri hanno assunto placebo (n=34), i neonati con madri sottoposte a trattamento con Vitamina B-12 (n=43) hanno mostrato un
significativo aumento plasmatico di Vitamina B-12 [valore medio di concentrazione di vitamina B-12: 199 vs. 139 pmol/L, P < 0.001]
una diminuzione dei livelli di MMA [0.09 vs. 0.16 μmol/L, P = 0.022] e tHcy [10.9 vs. 21.0 μmol/L, P < 0.001].
Lo studio ha dimostrato che una integrazione orale con Vitamina B-12:
•E’ in grado di aumentare i livelli ematici di B-12 nella donna, nel bambino e nel latte materno.
•E’ un intervento efficace per aumentare i livelli di questa vitamina nel latte materno, tuttavia gli effetti di questo intervento non persistono dopo il termine dell’ integrazione: i livelli di B-12 nel latte materno risultano considerevolmente alti se paragonati al placebo solo fino alla 6° settimana postpartum, periodo in cui l’ integrazione alimentare terminava.
•E’ in grado di aumentare i livelli plasmatici di B-12 e diminuire quelli di tHcy e MMA nei neonati con madri che hanno seguito l’integrazione sino all’allattamento.
•Non è in grado di diminuire significativamente i livelli di tHcy e MMA nelle madri durante tutto il periodo della gravidanza.
Inoltre:
•Recenti studi hanno mostrato come alti livelli di B-12 e bassi livelli di tHcy e MMA siano correlati ad un migliore sviluppo mentale nel bambino tra i 12 e 18 mesi (10).
•Adeguate concentrazioni di B-12 durante la gravidanza, oltre ad intervenire sui livelli di B-12 del neonato, consentono di avere effetti benefici a lungo termine sullo sviluppo del nascituro. Uno studio recente ha evidenziato come una integrazione di B-12 nel neonato sia associata ad una migliore funzione motoria ed a minori rigurgiti gastrointestinali se paragonati a placebo (11).
•In uno studio di coorte condotto su neonati di Pune, le cui madri alla 28° settimana di gravidanza appartenevano al più basso decile di livelli di B-12, si sono osservate difficoltà di attenzione ed apprendimento se paragonati ai neonati le cui madri appartenevano ai decili più alti (12). Il gruppo di neonati le cui madri avevano bassi livelli plasmatici di B-12 hanno inoltre evidenziato una insulino resistenza all’età di 6 anni, misurata con il metodo HOMA- IR (13).
In conclusione:
•Questo studio ha dimostrato come una integrazione di B12 durante la gravidanza sia in grado di aumentare i livelli di B-12 nel latte materno e nel plasma neonatale, suggerendo un miglioramento dello stato di salute del bambino. Studi di follow up cardiometabolici e di neurosviluppo che verranno condotti su questa coorte, consentiranno di far luce su importanti aspetti dello sviluppo neonatale correlati alla nutrizione materna durante la gravidanza e il periodo di allattamento.
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